Il
primo importante scontro tra il regno d'Italia e l'impero
austroungarico non fu una battaglia terrestre bensì marittima. Essa
ebbe avvio nelle primissime ore del mattino del 24 maggio 1915 e fu
sferrato dalla flotta imperiale che venne a bombardare la costa
adriatica e le città italiane che si affacciano sul mare da
Bisceglie a Rimini e la linea ferroviaria adriatica, importantissima
arteria di trasporto di materiali militari e soldati verso il fronte
friulano. Particolare cura d'attacco si svolse contro la città di
Ancona. La flotta austroungarica aveva la sua base nel porto di Pola.
Nella sera del 23 maggio le divisioni navali con l'ammiraglia già
allertate ricevettero l'ordine di prendere il mare e di eseguire il
piano d'attacco precedentemente studiato. Cacciatorpediniere, navi da
battaglia, naviglio di scorta e dragamine scortarono l'lincrociatore
dell'ammiraglio imperiale. Man mano che la flotta navigava
l'Adriatico dalle formazioni si staccavano dei cacciatorpedinieri che
andavano a cannoneggiare gli obiettivi stabiliti dal piano di guerra.
Su Ancona conversero due cacciatorpediniere e giunti davanti al porto
scarsamente difeso e in una città illuminata e quasi incoscia che
si era entrati in guerra, incominciarono il bombardamento.
Affondarono una nave ferma agli ormeggi e spararono bordate sulla
città. Contemporaneamente l'ammiraglia scostata da naviglio di
guerra minore avuto conferma che nelle acque davanti Ancona non
esistevano zone minate, giunta anch'essa a distanza di tiro dei suoi
potentissimi cannoni si mise a martellare la citta. Un ordine strano
avevano ricevuto gli addetti ai pezzi delle navi: non colpire le
caserme e per l'esecuzione di questo ordine tre aeroplani con la
croce giallo nera bombardavano e soprattutto segnalavano gli effetti
del cannoneggiamento marino e la precisione dei colpi. Una bordata
tuttavia colpì una caserma di fanteria e fece delle vittime tra i
soldati. Nel capoluogo delle Marche vi era anche il Distretto del 93°
rgt fanteria. In questo Deposito di fanteria venivano mandati molti
soldati veronesi (e bresciani). La bordata che colpì la caserma
uccise anche due soldati veronesi, uno di Legnago l'altro di Cazzano
di Tramigna. Verona ebbe quindi il tristissimo primato di avere tra i
primi morti della Grande Guerra due soldati della provincia. Le
cannonate navali sconquassarono la città marchigiana e colpirono
depositi e impianti militari; i potenti proiettili si abbatterono
sulle case e venne colpito pure il Duomo cittadino. Un numero
imprecisato di vittime civili, ben più numeroso dei morti militari,
segnò il primo giorno di guerra. Dopo un'ora e mezza di tormento
sulla martoriata città, verso le 5.30 la flotta nemica riprese la
via del ritorno alla base. Secondo il bollettino dell'Ammiragliato
italiano le navi austriache fuggirono avendo avvertito la reazione
navale e aerea italiana.
Bologna
Emilio di Alessandro e
Bianchini Maria nato a Legnago il 7.10.1894. Contadino alfabeta
Soldato chiamato alle armi il 2.4.1914, matricola n. 45152. Assegnato
nel 93° reggimento Fanteria 22.9.1914, zappatore 1.4.1915. Primo
soldato veronese (assieme a Steccanella) morto anni 21 in Ancona in
seguito al bombardamento navale austriaco 24.5.1915. Verbale
Consiglio d’amnistrazione 10.10.1915: Ferito da schegge di
proiettile d'artiglieria in seguito al bombardamento di Ancona la
mattina del 24.5.1915.
Steccanella
Silvio di Gioacchino e
Bosaro Lucia nato a Cazzano di Tramigna il 24.7.1894. Macellaio
alfabeta, Soldato 1° categoria, matricola n. 45770. Chiamato alle
armi 5.11.1914. Assegnato nel 93° reggimento fanteria 8.11.1914.
Primo soldato veronese morto il 24.5.1915 in seguito a bombardamento
navale austriaco in Ancona.
Il
primo importante scontro tra il regno d'Italia e l'impero
austroungarico non fu una battaglia terrestre bensì marittima. Essa
ebbe avvio nelle primissime ore del mattino del 24 maggio 1915 e fu
sferrato dalla flotta imperiale che venne a bombardare la costa
adriatica e le città italiane che si affacciano sul mare da
Bisceglie a Rimini e la linea ferroviaria adriatica, importantissima
arteria di trasporto di materiali militari e soldati verso il fronte
friulano. Particolare cura d'attacco si svolse contro la città di
Ancona. La flotta austoungarica aveva la sua base nel porto di Pola.
Nella sera del 23 maggio le divisioni navali con l'ammiraglia già
allertate ricevettero l'ordine di prendere il mare e di eseguire il
piano d'attacco precedentemente studiato. Cacciatorpediniere, navi da
battaglia, naviglio di scorta e dragamine scortarono l'lincrociatore
dell'ammiraglio imperiale. Man mano che la flotta navigava
l'Adriatico dalle formazioni si staccavano dei cacciatorpedinieri che
andavano a cannoneggiare gli obiettivi stabiliti dal piano di guerra.
Su Ancona conversero due cacciatorpediniere e giunti davanti al porto
scarsamente difeso e in una città illuminata e quasi incoscia che
si era entrati in guerra, incominciarono il bombardamento.
Affondarono una nave ferma agli ormeggi e spararono bordate sulla
città. Contemporaneamente l'ammiraglia scostata da naviglio di
guerra minore avuto conferma che nelle acque davanti Ancona non
esistevano zone minate, giunta anch'essa a distanza di tiro dei suoi
potentissimi cannoni si mise a martellare la citta. Un ordine strano
avevano ricevuto gli addetti ai pezzi delle navi: non colpire le
caserme e per l'esecuzione di questo ordine tre aeroplani con la
croce giallo nera bombardavano e soprattutto segnalavano gli effetti
del cannoneggiamento marino e la precisione dei colpi. Una bordata
tuttavia colpì una caserma di fanteria e fece delle vittime tra i
soldati. Nel capoluogo delle Marche vi era anche il Distretto del 93°
rgt fanteria. In questo Deposito di fanteria venivano mandati molti
soldati veronesi (e bresciani). La bordata che colpì la caserma
uccise anche due soldati veronesi, uno di Legnago l'altro di Cazzano
di Tramigna. Verona ebbe quindi il tristissimo primato di avere tra i
primi morti della Grande Guerra due soldati della provincia. Le
cannonate navali sconquassarono la città marchigiana e colpirono
depositi e impianti militari; i potenti proiettili si abbatterono
sulle case e venne colpito pure il Duomo cittadino. Un numero
imprecisato di vittime civili, ben più numeroso dei morti militari,
segnò il primo giorno di guerra. Dopo un'ora e mezza di tormento
sulla martoriata città, verso le 5.30 la flotta nemica riprese la
via del ritorno alla base. Secondo il bollettino dell'Ammiragliato
italiano le navi austriache fuggirono avendo avvertito la reazione
navale e aerea italiana.
Bologna
Emilio di Alessandro e
Bianchini Maria nato a Legnago il 7.10.1894. Contadino alfabeta
Soldato chiamato alle armi il 2.4.1914, matricola n. 45152. Assegnato
nel 93° reggimento Fanteria 22.9.1914, zappatore 1.4.1915. Primo
soldato veronese (assieme a Steccanella) morto anni 21 in Ancona in
seguito al bombardamento navale austriaco 24.5.1915. Verbale
Consiglio d’amnistrazione 10.10.1915: Ferito da schegge di
proiettile d'artiglieria in seguito al bombardamento di Ancona la
mattina del 24.5.1915.
Steccanella
Silvio di Gioacchino e
Bosaro Lucia nato a Cazzano di Tramigna il 24.7.1894. Macellaio
alfabeta, Soldato 1° categoria, matricola n. 45770. Chiamato alle
armi 5.11.1914. Assegnato nel 93° reggimento fanteria 8.11.1914.
Primo soldato veronese morto il 24.5.1915 in seguito a bombardamento
navale austriaco in Ancona.
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