mercoledì 6 febbraio 2013

Attacco navale austroungarico alle coste italiane dell'Adriatico.


Il primo importante scontro tra il regno d'Italia e l'impero austroungarico non fu una battaglia terrestre bensì marittima. Essa ebbe avvio nelle primissime ore del mattino del 24 maggio 1915 e fu sferrato dalla flotta imperiale che venne a bombardare la costa adriatica e le città italiane che si affacciano sul mare da Bisceglie a Rimini e la linea ferroviaria adriatica, importantissima arteria di trasporto di materiali militari e soldati verso il fronte friulano. Particolare cura d'attacco si svolse contro la città di Ancona. La flotta austroungarica aveva la sua base nel porto di Pola. Nella sera del 23 maggio le divisioni navali con l'ammiraglia già allertate ricevettero l'ordine di prendere il mare e di eseguire il piano d'attacco precedentemente studiato. Cacciatorpediniere, navi da battaglia, naviglio di scorta e dragamine scortarono l'lincrociatore dell'ammiraglio imperiale. Man mano che la flotta navigava l'Adriatico dalle formazioni si staccavano dei cacciatorpedinieri che andavano a cannoneggiare gli obiettivi stabiliti dal piano di guerra. Su Ancona conversero due cacciatorpediniere e giunti davanti al porto scarsamente difeso e in una città illuminata e quasi incoscia che si era entrati in guerra, incominciarono il bombardamento. Affondarono una nave ferma agli ormeggi e spararono bordate sulla città. Contemporaneamente l'ammiraglia scostata da naviglio di guerra minore avuto conferma che nelle acque davanti Ancona non esistevano zone minate, giunta anch'essa a distanza di tiro dei suoi potentissimi cannoni si mise a martellare la citta. Un ordine strano avevano ricevuto gli addetti ai pezzi delle navi: non colpire le caserme e per l'esecuzione di questo ordine tre aeroplani con la croce giallo nera bombardavano e soprattutto segnalavano gli effetti del cannoneggiamento marino e la precisione dei colpi. Una bordata tuttavia colpì una caserma di fanteria e fece delle vittime tra i soldati. Nel capoluogo delle Marche vi era anche il Distretto del 93° rgt fanteria. In questo Deposito di fanteria venivano mandati molti soldati veronesi (e bresciani). La bordata che colpì la caserma uccise anche due soldati veronesi, uno di Legnago l'altro di Cazzano di Tramigna. Verona ebbe quindi il tristissimo primato di avere tra i primi morti della Grande Guerra due soldati della provincia. Le cannonate navali sconquassarono la città marchigiana e colpirono depositi e impianti militari; i potenti proiettili si abbatterono sulle case e venne colpito pure il Duomo cittadino. Un numero imprecisato di vittime civili, ben più numeroso dei morti militari, segnò il primo giorno di guerra. Dopo un'ora e mezza di tormento sulla martoriata città, verso le 5.30 la flotta nemica riprese la via del ritorno alla base. Secondo il bollettino dell'Ammiragliato italiano le navi austriache fuggirono avendo avvertito la reazione navale e aerea italiana.

Bologna Emilio di Alessandro e Bianchini Maria nato a Legnago il 7.10.1894. Contadino alfabeta Soldato chiamato alle armi il 2.4.1914, matricola n. 45152. Assegnato nel 93° reggimento Fanteria 22.9.1914, zappatore 1.4.1915. Primo soldato veronese (assieme a Steccanella) morto anni 21 in Ancona in seguito al bombardamento navale austriaco 24.5.1915. Verbale Consiglio d’amnistrazione 10.10.1915: Ferito da schegge di proiettile d'artiglieria in seguito al bombardamento di Ancona la mattina del 24.5.1915.

Steccanella Silvio di Gioacchino e Bosaro Lucia nato a Cazzano di Tramigna il 24.7.1894. Macellaio alfabeta, Soldato 1° categoria, matricola n. 45770. Chiamato alle armi 5.11.1914. Assegnato nel 93° reggimento fanteria 8.11.1914. Primo soldato veronese morto il 24.5.1915 in seguito a bombardamento navale austriaco in Ancona.
Il primo importante scontro tra il regno d'Italia e l'impero austroungarico non fu una battaglia terrestre bensì marittima. Essa ebbe avvio nelle primissime ore del mattino del 24 maggio 1915 e fu sferrato dalla flotta imperiale che venne a bombardare la costa adriatica e le città italiane che si affacciano sul mare da Bisceglie a Rimini e la linea ferroviaria adriatica, importantissima arteria di trasporto di materiali militari e soldati verso il fronte friulano. Particolare cura d'attacco si svolse contro la città di Ancona. La flotta austoungarica aveva la sua base nel porto di Pola. Nella sera del 23 maggio le divisioni navali con l'ammiraglia già allertate ricevettero l'ordine di prendere il mare e di eseguire il piano d'attacco precedentemente studiato. Cacciatorpediniere, navi da battaglia, naviglio di scorta e dragamine scortarono l'lincrociatore dell'ammiraglio imperiale. Man mano che la flotta navigava l'Adriatico dalle formazioni si staccavano dei cacciatorpedinieri che andavano a cannoneggiare gli obiettivi stabiliti dal piano di guerra. Su Ancona conversero due cacciatorpediniere e giunti davanti al porto scarsamente difeso e in una città illuminata e quasi incoscia che si era entrati in guerra, incominciarono il bombardamento. Affondarono una nave ferma agli ormeggi e spararono bordate sulla città. Contemporaneamente l'ammiraglia scostata da naviglio di guerra minore avuto conferma che nelle acque davanti Ancona non esistevano zone minate, giunta anch'essa a distanza di tiro dei suoi potentissimi cannoni si mise a martellare la citta. Un ordine strano avevano ricevuto gli addetti ai pezzi delle navi: non colpire le caserme e per l'esecuzione di questo ordine tre aeroplani con la croce giallo nera bombardavano e soprattutto segnalavano gli effetti del cannoneggiamento marino e la precisione dei colpi. Una bordata tuttavia colpì una caserma di fanteria e fece delle vittime tra i soldati. Nel capoluogo delle Marche vi era anche il Distretto del 93° rgt fanteria. In questo Deposito di fanteria venivano mandati molti soldati veronesi (e bresciani). La bordata che colpì la caserma uccise anche due soldati veronesi, uno di Legnago l'altro di Cazzano di Tramigna. Verona ebbe quindi il tristissimo primato di avere tra i primi morti della Grande Guerra due soldati della provincia. Le cannonate navali sconquassarono la città marchigiana e colpirono depositi e impianti militari; i potenti proiettili si abbatterono sulle case e venne colpito pure il Duomo cittadino. Un numero imprecisato di vittime civili, ben più numeroso dei morti militari, segnò il primo giorno di guerra. Dopo un'ora e mezza di tormento sulla martoriata città, verso le 5.30 la flotta nemica riprese la via del ritorno alla base. Secondo il bollettino dell'Ammiragliato italiano le navi austriache fuggirono avendo avvertito la reazione navale e aerea italiana.

Bologna Emilio di Alessandro e Bianchini Maria nato a Legnago il 7.10.1894. Contadino alfabeta Soldato chiamato alle armi il 2.4.1914, matricola n. 45152. Assegnato nel 93° reggimento Fanteria 22.9.1914, zappatore 1.4.1915. Primo soldato veronese (assieme a Steccanella) morto anni 21 in Ancona in seguito al bombardamento navale austriaco 24.5.1915. Verbale Consiglio d’amnistrazione 10.10.1915: Ferito da schegge di proiettile d'artiglieria in seguito al bombardamento di Ancona la mattina del 24.5.1915.

Steccanella Silvio di Gioacchino e Bosaro Lucia nato a Cazzano di Tramigna il 24.7.1894. Macellaio alfabeta, Soldato 1° categoria, matricola n. 45770. Chiamato alle armi 5.11.1914. Assegnato nel 93° reggimento fanteria 8.11.1914. Primo soldato veronese morto il 24.5.1915 in seguito a bombardamento navale austriaco in Ancona.

Nessun commento:

Posta un commento